bisogna pur fare qualcosa

Author: la zuppa /

1.
Zoe se ne sta lì, seduta su una roccia piatta. La spiaggia è vicina, a un passo. Piena di persone. Piena di parole lanciate in aria che ricadono pesantemente a un metro dalle sue orecchie. Tante minuscole goccioline le pungono la pelle ogni volta che il mare sbatte contro i suoi piedi. E si asciugano subito. Oggi che il vento è leggero e non stanca, il sole delle cinque è ancora giallo e gli ombrelloni sono ancora tutti aperti.

Zoe ha venticinque anni e il fiato corto. Da qualche minuto sta fissando una ragazza tatuata sul dorso del piede e decide di chiamarla Andrea come sua madre.Andrea indossa il suo stesso modello di costume a due pezzi, rosa e giallo. Ha la pancia piatta e l’ombelico in fuori. Con una mano sta sfiorando il fianco abbronzato di un ragazzo mulatto e sorride, mentre lo guarda sbirciando sotto la lunga frangia curata. Sono entrambi in piedi, uno di fronte all’altra. Proprio sul confine tra la spiaggia e il mare.Lui ha il fisico da surfista.Lei disegna dei cerchi sulla sabbia con il piede. “Che carini”, mastica Zoe con la bocca chiusa.
Click.(…)
Zoe agita la polaroid e la mette nel quaderno in mezzo alle sue foto di paesaggi (Cascata. Cascate. Sabbia al tramonto. Erba con pecore. Sabbia all’alba. Città di Mosca. Comitiva di cinesi con strapiombo. Comitiva di Italiani sotto il mare. Andrea e il ragazzo surfista).Pensa che si sente sola, più di sempre.Mentre rovista nervosa nella borsetta per cercare la scatola col tabacco, le cartine lunghe e qualche sigaretta già fatta, alcune urla mozzate stridule provenienti dalla spiaggia la stordiscono.Un Mammuth si è accovacciato al centro del campo da beach soccer.Zoe è convinta che i Mammuth si siano estinti.Zoe pensa ai peli dritti sulla pelle delle persone. All’eccitazione disegnata sui loro volti.Pensa alla paura e alla curiosità. Ai grossi animali estinti.Pensa alle parole gridate che si incrociano davanti a lei.A Jurassic Park
e pensa ad altri film con super-rettili gommosi.Pensa ai supereroi. Alla sua vita recente.Poi si volta per accendere una sigaretta lunghissima. E la accende subito. La accende proteggendola con una mano dal vento leggero e quasi impercettibile.Per un istante prova eccitazione anche lei. Ma la respinge. Poi fuma.

Si ricorda di quando fumava tabacco col suo ragazzo. Sul balcone facendo cadere la cenere sui vicini di sotto. Si ricorda anche di quando il suo ragazzo aveva fatto smettere anche lei, dopo che era morto suo zio. Aveva metastasi dappertutto. Ricorda che si erano lasciati e che lei aveva ripreso. Lui no. E che ogni volta che le loro strade sterrate si erano incrociate nei mesi successivi si era fatta trovare in una nuvola di fumo.Forse Dio avrà pensato male di lei.
Ma Zoe doveva pur fare qualcosa.

Spegne la sigaretta sulla roccia e la infila in una bustina di plastica contenente i resti del suo pranzo.Nel farlo si lascia scappare una pallina di carta dal sacchetto. Rimane fissa a guardarla. La guarda sciogliersi nel mare. Con gli occhi socchiusi.Pensa non sia l’unica cosa che le sta sfuggendo di mano.Pensa ed espira. Poi si volta e vede la ragazza col tatuaggio sul dorso del piede. Andrea. Le sta venendo incontro dalla spiaggia, mano nella mano col suo fidanzato dai lineamenti duri.Sono carini, ancora.Andrea si fa avanti e il suo viso si apre in un sorriso bianchissimo e sottile. -Posso chiederti una sigaretta? per favore-Quando si è felici si è sempre molto carini.Zoe gliela porge sorridendo a sua volta, meccanicamente. Sta pensando a tutt’altro (ormai è troppo tempo che il sole splende sul suo universo di sabbia bagnata).-Grazie- risponde Andrea tremando, ancora eccitata per l’apparizione del mammuth sul campo da beach soccer.È solo un suono ovattato senza più significato, e si scioglie nelle orecchie.I due ragazzi si voltano e affondano le dita uno nella mano dell’altra. Si allontanano lentamente dalle rocce, camminando sulla scia delle loro ombre lunghissime sulla sabbia.-Scusa!- urla Zoe per richiamare l’attenzione della ragazza (solo per ricordarsi che le cose attorno continuano a succedere nonostante tutto). Dopo averla distratta alza un braccio e aspetta di essere rimessa a fuoco.La coppia torna rapida sui suoi passi.-Cosa vuol dire quello?- le domanda indicando il tatuaggio sul dorso del piede.Andrea sorride cercando sarcasticamente aiuto negli occhi di lui.–niente-Zoe non sembra interessata. Non sembra importargli della risposta. Si chiede cosa stia facendo. Cosa sta facendo?Continua a guardare il suo viso pieno di pomeriggio felice e notti insonni.-e come ti chiami?--io sono Chloe. E lui è Josè- risponde Andrea imbarazzata.-messicano?--no, americano. Stati Uniti- risponde lui brusco e a voce bassa in italiano stentato.A Zoe non importa di lui, sta solo cercando di vedere come si guida l’inerzia delle cose.-anche tu sei americana?--no, i miei sono di qui. Ma io sto a Boston a studiare-segue un silenzio bello e imbarazzante per tutti.-Zoe- pausa. -Mi chiamo Zoe- sorride facendo un cenno con la mano. Poi prende fiato e guarda Andrea sorridere a sua volta. Ancora.-ci vediamo, allora- si schiarisce la voce –in giro per qua- pausa. -Buona serata, eh. E restate belli sempre-Il silenzio si spezza, la tensione si spezza, l’equilibrio si spezza.Zoe si dimentica ogni parola.-ciao Zoe, grazie ancora-Solo quando i due se ne vanno per sempre dietro alle loro ombre sempre più lunghe, Zoe presta nuovamente attenzione ad Andrea.Un’attenzione maniacale.Un particolare. “Quel costume a due pezzi rosa e giallo”. Respira. “È proprio identico al mio” pensa mentre accende un’altra sigaretta.

2.
Sono rimasta sulla spiaggia tutta la notte. A scrivere. È arrivata la protezione civile. Per via del mammuth. L’hanno sedato, ma non sanno ancora come trasportarlo.Lo porteranno in una palestra, magari. E poi lo studieranno gli esperti per tutto il resto dei suoi giorni.Scopriranno un sacco di cose interessanti, anche dopo che muore. Scopriranno cose da scrivere sui libri di storia e di biologia, mentre la gente continuerà a sopravvivere nelle capanne.Qualcuno riderà.Lui però adesso non vuole andarsene, glielo leggo negli occhi dilatati dalle iniezioni.Adesso sa che non se ne andrà mai dal campo da beach soccer.
La spiaggia non è mai stata così vicina.

4 commenti:

la zuppa ha detto...

questa roba era piena di capoversi.
l'ho copiato ed è diventato così(ne ho aggiustato qualcuno, ma pochi pochi). se lo trovate illeggibile venite a leggerlo sul mio blog. se lo troverete ancora illeggibile vuol dire che fa proprio cagare.

Jager_Master ha detto...

si legge, si legge...

Matteo Piovanelli ha detto...

si legge.
in effetti anche io le ultime cose che ho postato ho dovuto sistemarle "a mano"
per l'ultimo ultimo non mi andava molto, come si può vedere...

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie