Racconto di fate sul cemento (6)

Author: la zuppa / Etichette:

Era una mattinata di scuola. Una lezione di cinema su Robert Altman.
Il cielo era ossuto, fuori dalle finestre ovali antiproiettile. Marco stracciava una rivista di musica sotto il banco. In mille pezzi, quasi esatti. Andrea non riusciva a parlare con Marco, mentre con calma provava a girare una sigaretta di tabacco disgustoso. Marco aveva delle pesanti occhiaie che gli scavavano il viso. Sembrava Kinsky in Aguirre furore di dio. Picchiettava la punta del piede contro il piede del banco. Andrea notò che aveva iniziato a mangiarsi le unghie. Gli chiese cosa stava succedendo. Notò che si stava divorando il pollice.

-tu che dici dell’ultimo di Altman? Chiese Andrea a Marco, deglutendo.
Lui la guardò storto e aprì la bocca stracciata.
-che la troietta della Lohan ora non la ferma più nessuno-
-in che senso?-
Marco smise per un attimo di sbattere il piede. E per la prima volta guardò Andrea.
-nel senso che è una che fa la reginetta in tutti i film, in ogni film. Poi diventa un’attrice matura. un’intellettuale, c’è da scommetterci. E poi.
E poi la ficcherei in un costume da velociraptor per Jurassic Park 5-.

Marco distolse lo sguardo da Andrea. Tornò a succhiarsi il sangue dal pollice nascondendo un avambraccio sotto i brandelli di rivista.
-che esagerato, mica una deve essere etichettata una volta per sempre. E poi chissenefrega, ti ho chiesto del film, mica degli attori-.
-hai ragione-.

Andrea attraversò una corrente d’odio bollente.
-cos’ hai, Marco? Ti odio quando fai così-.

-ti devo parlare- si confidò Marco.
Andrea lo guardò preoccupata, nervosa.
Marco spazzò via i pezzetti di rivista e scoprì un corpicino inerme di donna, dalle dimensioni di un feto abortito al quarto mese. Andrea trattenne un urlo acidissimo e vomitò bile silenziosamente tra le gambe. Marco le accarezzò la schiena. Strappò un’ala dal corpo del cadavere della fata e la lasciò cadere a terra, leggera.
In quel momento il freddo dei colori dell’aula di cinema sembrava quasi accogliente.

-ieri qualcosa mi seguiva. Qualcosa come questa- indicò la fata con lo sguardo -le ho filmate, sono sicuro di averle filmate tutte, queste cose-.

Andrea guardava il professore fisso tra le rughe della fronte. Non parlava. Pensava che ci fosse scritto qualcosa, tra le rughe.
-Andrea-

In quel momento sentirono un colpo sordo provenire dalla finestra. Solo Marco e Andrea si voltarono. Quando videro una fata sanguinare sul vetro, Andrea strillò. Forte. Tutti si voltarono e non capirono. Andrea chiese scusa, poi chiese scusa ancora.
Marco notò una crepa nel vetro antiproiettile.

21 commenti:

Jager_Master ha detto...

in teoria dovrei riprendermi la briga di rileggerli tutti sti cosi delle fate. che non mi discpiacciono, ma "l'atmosfera" viene persa fra 1 racconto e l'altro (anche se, come detto da bov, dovrebbero essere cmq scollegati fra di loro).

Se non li leggo in sequenza nn apprezzo "l'ambientazione" e l'atmosfera...non so se mi spiego.
Cmq di per se li apprezzo, anche se all'inizio ero dubbioso sulle fate.

bravi

la zuppa ha detto...

questi due personaggi vengono dal primo racconto del boz.
questo non è un vero e proprio racconto, è una situazione che in un certo senso è legata a quel racconto. una sorta di dopo racconto a se'.

la zuppa ha detto...

a me l'idea delle fate piace molto perchè è totalmente libera e può offrire un sacco di spunti. sia dal punto di vista strettamente narrativo che "simbolico", in funzione della narrazione.

una prospettiva "cubista" delle idee del bovaz

Matteo Piovanelli ha detto...

cubista?

la zuppa ha detto...

eh eh, sì. ma devi prenderla larga larga...
ti piace, un po'?

Matteo Piovanelli ha detto...

il racconto mi piace, e cubista mi ispira. Oggi mi ha fatto venire in mente un'idea per un racconto su un complesso residenziale, messo dai punti di vista dela gente che ci abita.
tipo un casermone di cemento squallido, ed ogni parte del racconto ne descrive una parte, che si muove e cambia oppure no.

Jager_Master ha detto...

uuh. carina come idea. spiega meglio spiega meglio, che magari riusciamo a scrivere dei racconti incrociati di questo complesso residenziale. I primi alla cazzo di cane, i seguenti incrociati, con personaggi che tornano, con storie che si evolvono...

...non sarebbe male (se vuoi farla "in squadra" ovviam. altrimenti ok anche da solo, ovvio)

la zuppa ha detto...

ficho

alan ha detto...

so che ho già visto/letto qualcosa del genere. cmq sarebbe figo, darebbe un po' + di consistenza ai racconti. tanto, ognuno racconta dal suo punto di vista.
'Ma non c'era nessun drago, coglionazzo del 3° piano!'
'non l'hai visto. e cmq sono un druido'

Matteo Piovanelli ha detto...

no c'è molto da spiegare meglio. è una cosa che mi è passata per la mente così vedendo il manifesto di un museo mentre un mio amico qui mi diceva che in india hanno l'edificio residenziale più alto del mondo, 120 piani (stories, in inglese).
BANG

Jager_Master ha detto...

allora direi di provare...

Jager_Master ha detto...

(non ho capito una verza del commento di bovaz. ciccia...hai dei salti mentali preoccupanti.)

cmq direi che se bovaz parte con una specie di ambientazione (il primo racconto darà i paletti credo...zona geografica inventata o meno, epoca, tipo di popolazione, città ecc).
In base a questo, nasceranno a grappolo i racconti seguenti. credo.
Giusto per evitare la cosa del drago nel terzo piano col poeta al piano terra che spara agli invasori di Esper lanciandogli fate cementate.
Diamogli un senso, insomma. Altrimenti diventa il racconto delle nostre quest di D&D, con gente inventata che si fa male.

E niente Thorin che invade il complesso residenziale cavalcando una scrofa.
Quello ce lo metto io.

Matteo Piovanelli ha detto...

volendo si potrebbe partire da Yurie-Ann Smith, che ho già postato qui (e di cui ho una versione leggermente aggiornata). L'ambientazione sarebe, però, un po' cyberpunk, o almeno così la pensavo, quindi non so se sia il massimo.
Ad ogni modo di quello ho quasi finito un altro racconto, che conto di postare nel weekend

Jager_Master ha detto...

si potrebbe. io odio i cyberpunk in genere, preferisco la bella gente come thorin.
però non metto veti, sono aperto a nuove esperienze. anche letterarie. chiamare ore pasti. ti aspetto.

Matteo Piovanelli ha detto...

definire cyberpunk, giusto per capire cosa odi e se è il caso ti farti fare una ceretta dentro l'intestino.

Jager_Master ha detto...

adoro i ciberpunk

la zuppa ha detto...

cyberpunk culo.
donne con piercing e capelli verdi contro robottoni del cazzo

(da Wikipedia)

Matteo Piovanelli ha detto...

allora è il caso che faccia una ceretta dentro il culo a wikipedia. Quello non è il cyberpunk. Io ne ho letto abbastanza, e non ci sono mai stati robot. Per lo più droghe e operazioni chirurgiche, per quelli che vogliono correre veloci. E aziende che si mangiano gli stati per non avere nessuno che le infastidisca mentre si mangiano a vicenda. E gente che ha a che fare con la tecnologia.

Jager_Master ha detto...

detto così sembra il poli con meno nerd.

Matteo Piovanelli ha detto...

e meno professori.
e meno gente sopra i 40 anni.
e niente segreteria.
nemmeno le macchinette del caffè.

Anonimo ha detto...

imparato molto