Conrad il druido - 6

Author: Jager_Master / Etichette: ,

I Faglihm furono gli unici Elfi nella storia del nostro mondo che furono sopraffatti dalla loro stessa essenza di vita. E’ un capitolo talmente unico nella Storia, che vale la pena raccontarlo prima di continuare.
La Natura, la madre di tutto ciò che nasce e cresce sotto le fronde degli alberi, uccise in una sola notte tutti gli Elfi d’Argento: madri e figlie furono soffocate e affogate dalle verdi invisibili mani, nell’esecuzione più silenziosa che la Terra ricordi.
Un’intera famiglia, un’intera millenaria stirpe fu sopraffatta da acqua e foglie, sterminata nella più efferata e precisa esecuzione che nessun assassino immaginerebbe mai. Occhi spalancati nel sonno urlarono silenziosi alla luna, mentre bocche aperte al dolore furono soffocate dalla stessa aria che da sempre dava la vita ad ogni elfo, ogni pianta e ad ogni animale.
Nessuno raccontò mai di quella notte, perché ogni figlio del bosco in quelle ore volse la testa dall’altra parte, cieco di propria volontà, sopraffatto da tanta potenza e tanta tremenda risolutezza.
Nessuno alzò la testa, anche gufi e volpi tennero chiusi gli occhi. Ogni animale notturno passò quelle ore nella propria tana e anche i cespugli sembrava dormissero. Chi potè, trattenne anche il respiro. L’aria pesante e irrespirabile causò respiri affannosi anche a chi in quei momenti fu risparmiato, i lampi trafissero il cielo da est a ovest senza sosta mentre l’elettricità fece vibrare la superficie dell’acqua e i rami degli alberi. La paura stessa, sembrava stesse prendendo forma.
Non cadde nemmeno una goccia, anche se le nuvole grigie che sovrastavano il bosco pareva aspettassero solo di rovesciare secchi di acqua nera sul mondo. La sensazione era di stare in una palla elettrica, pronta ad esplodere e spaccare in migliaia di pezzi ogni cosa, ogni essere. Ogni elfo.
Ma nulla di tutto questo avvenne: l’esecuzione fu invece silenziosa. I rami entrarono nei letti, le acque del lago sopraffecero le sentinelle, le foglie soffocarono ogni bocca. L’aria, come ho raccontato, fece il resto.
Nessuno vide mai coi propri occhi la fine dei Faglihm, e nessuno tantomeno se ne ribellò. Ciò che la Natura sceglie, la Natura fa. In poche ore fu distrutta una catena di generazioni, nessun Elfo Argenteo sopravvisse e nessuno ebbe a rammaricarsene, ovviamente.
La mattina successiva, il silenzio lasciò spazio al cinguettio e ad una leggera pioggia primaverile, che sembrava lenire le ferite elettriche della notte. Pian piano l’intera boscaglia si svegliò e le tane si svuotarono; le fronde alzarono al cielo i rami, e i caldi raggi del sole penetrarono nel verde.
L’intero villaggio Faglihm, solo quello, restò in silenzio. I cadaveri ancora nei letti, gli occhi aperti al cielo, qualche mano spenta che spuntava da fitte coperte di foglie. Un’epoca di orecchie a punta si spense in quel momento.

Ma non tutto quello che ho narrato è verità. Non sono stato preciso.
Uno solo quella notte fu risparmiato.
La strage degli elfi malvagi serbò un posto in vita per un solo orecchie a punta. La famiglia argentea ebbe in effetti ancora qualche anno di vita, per poi scomparire per sempre.
Perché la Natura lo lasciò vivere, è ancora un mistero, che rimarrà credo senza risposta.

Sono passati ad ora 292 anni da quella notte, e quell’elfo ancora vaga per i boschi. Nessun compagno, nessun contatto umano, dicono anche che non abbia voce. E per quello che sappiamo di lui, può anche essere vero.
Che tipo sia nessuno lo sa, e nemmeno cosa cerca. Sopravvive da anni nella stessa maglia di morte che ha soffocato la sua famiglia, camminando su sentieri che ancora odorano di esecuzione. Le foglie stesse, raccontano ancora quella notte, se si sta qualche ora ad ascoltare in silenzio.
Una cosa però possiamo dire di lui.
Uccide.
Uccide senza pietà, uccide chiunque egli voglia, senza scopo apparente, coperto dalla Natura stessa che sembra quasi dargli riparo e sostegno in ogni suo movimento. Inspiegabilmente ha la mano del proprio esecutore sopra di se, in segno di protezione. E dato che nessuno sa, nessuno gli si avvicina.
Il Figlio del Bosco, alcuni lo chiamano, ma Atholas è il suo vero nome, e 292 anni dopo quella notte, entra oggi nel cerchio druidico. E nessuno se ne è accorto.
Ah no, questo voi già lo sapete.

5 commenti:

The_Dreamer ha detto...

Molto, molto bello.
Mi tornano alla mente modi fantasy da un pò troppo tempo sopiti.

E' ora di aprire di nuovo il terzo occhio...

Matteo Piovanelli ha detto...

59 punti tamarria

Jager_Master ha detto...

su quanti?

Jager_Master ha detto...

(fra l'altro: non avete avuto la pelle d'oca a ritornare nel mondo di conrad?? Appena letto quei nomi...non avete avuto un fremito???)


eh?

eh?

eh?

OK no.

Matteo Piovanelli ha detto...

infatti no. ma stimo