PROLOGO - Un ritorno inaspettato

Author: The_Dreamer / Etichette: , ,

La città, ogni città per essere obiettivi, è sempre confusa e in qualche modo caotica. Selenia, il gioiello delle città imperiali, non era assolutamente da meno.
I vicoli e i ciottolati erano perennemente gremiti di gente, e nella città la promiscuità razziale era oramai all'ordine del giorno.
Nei tempi antichi era difficile vedere elfi camminare tra gli uomini, o gruppi di nani sulla piazza centrale, intenti a discutere sul rincaro del carbone.
Non che la convivenza forzata fosse idilliaca, anzi, spesso era l'esatto contrario.
Recentemente le piccole comunità di elfi insediatesi pochi anni apprima si sentivano risentite e aggredite dagli umani, a causa dei danni che essi stavano causando alla cascata del Nivrot e di conseguenza alle foreste che quell'acqua aveva alimentato da sempre, i Boschi Neri, foreste millenarie conosciute da tutti come la sede delle più grandi città elfiche.

Oggi era giorno di mercato, ma a causa di una protesta organizzata dal Popolo (come gli umani definiscono grossomodo tutto quello che abita nei boschi) le bancarelle erano ancora chiuse nonostante il sole fosse già alto, e un gran numero di persone attendeva di poter accedere alla piazza, chiusa da un cordone di elfi, grossomodo un centinaio, legati con pesanti manette l'uno all'altro.
“Lasciate in pace le nostre foreste!” urlava una donna nel gruppo
“State uccidendo la nostra gente!” gli faceva eco un'altra
Ma nessuno nel mucchio degli astanti pareva interessato. Piuttosto, molti di loro si lamentavano del ritardo con cui avrebbero aperto le bancarelle, su quanto poco la milizia cittadina facesse per tutelare gli interessi dei cittadini e su come gli elfi fossero quasi malsanamente opposti al progresso.
La deviazione della cascata aveva in effetti privato i Boschi Neri di molta dell'acqua necessaria al loro sostentamento, ma la maggior parte della popolazione era ignara dell'accaduto o semplicemente non era interessata al destino dei suoi abitanti.
Le ore passavano e la milizia ancora non si era mostrata, ma un paio di ore dopo il mezzodì l'aria fu riempita da uno strano odore. Alcuni dei presenti lo descrissero poi come “come un odore di pioggia...quando ci sono lampi e fulmini”.
Un potente schiocco risuonò nell'aria, seguito poi da uno scoppio azzurro. Una bolla traslucida apparve a mezz'aria, per poi atterrare tra la folla che, spaventata e sorpresa, si aprì, liberando uno spazio circolare.
A poco a poco, mentre la bolla si andava dissolvendo, al suo interno presero forma una dozzina di figure, tutte avvolte in tuniche di diversi colori. Man mano che esse diventavano più visibili, la tensione tra la gente aumentava e, seppure molti lo avessero già capito, ancora si rifiutavano di crederlo.

Maghi.

Quando la bolla fu sparita, la folla si spinse ancora più in là, aumentando lo spazio tra loro e i nuovi arrivati.
La ragione del timore instillato dai maghi era del resto comprensibile.
Quindici anni prima, una ribellione tra la gente, che gli storici definiscono come “Rivolta dei Pezzenti”, riuscì a soverchiare la magocrazia di Selenia, aiutata da gruppi di avventurieri mercenari e dagli eserciti dagli occhi a mandorla dei regni dell'est di In'jan. In un ultimo, disperato tentativo, Karhioss, l'allora Arcimago e governante, riunì un consiglio di dodici potenti incantatori e condusse un rituale scellerato che squarciò il tessuto stesso della realtà, trasportanto il Palazzo Arcano, la sede del governo e dell'Accademia Arcana chissà dove nell'universo. Le conseguenze furono tremende.
Gli edifici e le case nel raggio di cinquecento metri dal Palazzo vennero schiantate da una poderosa onda d'urto, incenerite da fiamme di un innaturale azzurro o in qualche modo lanciate in aria da una qualche mistica e malvagia energia. Quel giorno i maghi erano definitivamente spariti, il loro disinteresse per le faccende dei cittadini dissolto. Selenia poteva finalmente rinascere e espandersi, come aveva fatto in questi anni.
Ma ora molti, sopratutto tra gli anziani, temevano un ritorno alle origini, e gli stessi giovani, che più e più volte avevano sentito raccontare le storie di quell'epoca buia in cui chiunque non fosse un mago viveva come un mendicante, erano intimoriti.

La bolla era ora dissolta e i dodici erano serrati a cerchio, spalla contro spalla.
“La Traslazione è andata bene, Fratello Archeos, ma credo che le coordinate fossero errate. Questa non sembra affatto la piazza del governo.” disse uno dei maghi rivolto al suo vicino
Dodici paia di occhi scrutavano i dintorni, analizzando ogni dettaglio, indugiando particolarmente sugli elfi incatenati a cerchio.
“Pare che siamo arrivati al momento sbagliato, Fratelli” disse ad alta voce quello che era stato chiamato Archeos “Non ricordo di elfi a Selenia, né tanto meno in atteggiamenti tanto plateali. Quindici anni senza la nostra guida e il popolo si è ridotto a commedianti...sporchi villici”
“Archeos!” disse un terzo in mezzo al gruppo, abbassando il cappuccio “Ti ricordo che siamo qui per parlamentare. Il tuo atteggiamento non aiuterà certo.”
Il mago che aveva parlato sembrava il più anziano tra di loro, non aveva capelli né barba e profonde rughe solcavano il suo viso, come fossi scavati da un'aratro. Questi si distaccò dal gruppo, muovendo qualche passo in direzione del cordone degli elfi. Al suo passaggio gli avventori del mercato si scansavano con furia, spingendo e sgomitando, come se la sola vicinanza potesse essergli letale.
Si venne a creare un canale di vuoto tra i maghi e gli elfi, una figura geometrica così affascinante che, di sicuro, aveva un qualche significato mistico.
L'anziano alzò una mano e sollevò tre dita: “Aken-thos, Popolo dei Boschi” disse “Vi saluto nel nome del Collegio Arcano. Il mio nome è Varimatras”
“Aken-thos a te, Varimatras” rispose un elfo dai lunghi capelli color rame “Ma non ti concedo il beneficio del mio nome. Potresti stregarmi.”
“Non mi importa cosa tu credi di me, elfo. Non ho tempo per mostrarti le mie vere intenzioni. Devo sapere dove è ora la sede del governo.” replicò il mago.
“Perchè lo chiedi proprio a me, umano? Perchè non a uno di loro?” sbottò indicando con il braccio incatenato la folla.
“Perchè loro ci temono, e temo che la nostra sola presenza sia troppo per loro. Voglio evitare il conflitto, così come i miei fratelli. Dobbiamo vedere l'attuale reggente”.
L'elfo annuì, comprensivo, quindi, rivolgendosi a lui in elfico, sussurrò “Nella folla, alcuni sono armati, credo abbiano dei sassi e dei bastoni. Non fategli del male.” Varimatras fece segno di comprendere. “E portatemi con voi. Ho anche io delle faccende da discutere col reggente. Vi guiderò fino al palazzo e cercherò di farvi da garante in città.”
“Tu? Non credo che il primo incontrato possa essere un buon pacere, senza offesa ovviamente” ridacchiò Varimatras.
L'elfo fece un mezzo sorriso e fece scattare il polso. Con un sonoro “click” una delle manette si aprì, permettendogli di liberare l'altra mano. Fece due passi indietro e recuperò uno zaino e vari oggetti gettati lì in terra, tra cui un liuto. “La gente apprezza la mia musica. Sono conosciuto e ben accetto in città. Non ho ancora ben chiare le vostre intenzioni ma sento di potermi fidare di te Varimatras. Il mio nome è Varael, ma la gente mi conosce come Sussurro”

I due si guardarono per qualche istante, mentre la piazza si faceva sempre più silenziosa. Poi, lentamente, Varimatras e Sussurro si riunirono agli altri maghi, e il piccolo corteo iniziò a marciare a passo svelto verso Piazza dell'Oro, la sede del Palazzo Imperiale.

2 commenti:

The_Dreamer ha detto...

Ecco qui. E' una parte introduttiva perchè adoro gli excursus...il protagonista deve ancora entrare e lo farà nel prossimo post.
Uno dei personaggi è già stato presentato, Sussurro, e se a qualcuno interessa scrivere qualcosa su di lui si può pensare a un passato.

Jager_Master ha detto...

aha mi pare una buona descrizione e ambientazione. in effetti fino ad ora era un pò vago...

...inserire il racconto in uno spazio-tempo ben definito non è affatto male, no no.

sotto a questo racconto, ho messo conrad8 (il consiglio va avanti): potrei continuare su questa falsariga mentre te e bov inserite lateralmente preamboli, parentesi, ecc.

che dite?
(cmq bravo che hai ripreso nomi di luoghi già utilizzati in precedenza. il racconto fila.)