Conrad il druido - 2

Author: Matteo Piovanelli / Etichette: , ,

Mentre la sua parte animale continuava nella corsa, Conrad rifletteva.
Questa caccia insensata che stava portando avanti proprio ora era un esempio di quello che voleva dire al circolo, di fronte agli altri druidi. Tutti loro erano i tutori e guardiani della natura, del mondo stesso. Non era possibile che nel loro ruolo dovessero sottomettersi alla "civiltà", e così sottomettere lo stesso ordine naturale ai bisogni di una sola specie, o comunque una minoranza. Le cosidette razze intelligenti avevano bisogno di essere guidate sulla strada del rispetto di ciò che li circondava, altrimenti sarebbero finite come gli elfi.
Conrad non aveva nulla contro gli elfi, ma pensava che fossero un buon esempio per rappresentare a cosa poteva portare l'allontanarsi dalla via della natura.
Un tempo erano la razza più diffusa e potente del mondo. Poi però avevano ceduto alle lusinghe di città e tecnologia, allontanandosi così dalla tradizione silvana in cui si erano formati. Ed ora si trovavano dispersi in piccoli insediamenti, neppure meritevoli di un confronto con gli antichi splendori, mentre molti erano morti o fuggiti chissà dove.
Davvero un caso esemplare, agli occhi di Conrad, ma poteva già vedere come molti membri del circolo si sarebbero opposti strenuamente alla sua visione: alcuni avrebbero chiesto che si continuasse a lasciare fare agli umani ed alle altre razze ciò che preferivano, intervenendo sporadicamente a limitare i danni; altri avrebbero estremizzato la sua visione, proponendo lo sterminio di tutti i popoli delle città. Lui proponeva una via di mezzo tra queste due posizioni limite: permettere le città, le coltivazioni, gli allevamenti, renderli anche migliori e più efficienti, ma in cambio le razze "civilizzate" avrebbero dovuto sottostare a regole precise, o i loro campi non avrebbero più dato loro i frutti sperati, i loro attrezzi avrebbero ferito le mani che li impugnassero, la pietra delle loro case sarebbe divenuta polvere.
Una soluzione che poteva dare molto da guadagnare a tutti, e molto da perdere a pochi. Il che, secondo Conrad, era più di quanto si potesse dire per l'attuale stato delle cose.
Per sostenere la sua proposta, aveva già valutato alcune possibilità per rendere i campi coltivati più fruttuosi, in maniera da sostenere una popolazione maggiore senza dovere strappare nuove terre alle aree "selvagge". Queste nozioni sarebbero state un incentivo per gli insediamenti che avessero accettato il nuovo ordine delle cose.

Conrad e Chek si trovavano ormai vicini alla loro preda. L'odore era più fresco sia nell'aria che sulle piante che il cinghiale aveva letteralmente attraversato. Sul tardo pomeriggio i due lupi poterono anche udire l'animale braccato, che, sofferente per la ferita infertagli dalla freccia, grugniva lamentoso ad ogni passo. Il druido sospettava che non fosse una ferita particolarmente grave, ma indubbiamente nessuno l'avrebbe trovata piacevole.
Quando Conrad ebbe l'animale in vista, cercò di inghiottire il nodo in gola che gli si era formato man mano che gli si avvicinava, e a non pensare a quello che stava per compiere. Era una cosa comune tra i druidi, stava solo perseguendo la via del male minore, e la morte di questo cinghiale avrebbe salvato la vita di molti altri. Nonostante questo trovava fosse molto difficile porre fine ad una vita in quel modo, e per lo stolto desiderio di vendetta di un villaggio ignorante.
Cercando coi suoi pensieri di rendersi sordo al dolore dell'animale tornò nella sua forma di mezzorco ed invocò un incantesimo per bloccarlo sul posto. Poi estraniandosi dai pensieri della bestia fece penetrare due incantesimi all'interno della sua ferita, uno di freddo ed uno di fuoco, finendo prematuramente quella vita.
Rimase a lungo a fissare il corpo immobile del cinghiale, rendendosi a malapena conto delle lacrime che gli scendevano rade e lente sul viso. Poi, sotto lo sguardo di uno spicchio di luna, si riscosse, e rafforzatosi magicamente prese a trascinare la sua vittima verso il villaggio. Lungo tutto il cammino si sforzò di non pensare a nulla, e Chek gli stette accanto in silenzio.

6 commenti:

Matteo Piovanelli ha detto...

Autocontinuarmi non è quello che volevo in questo blog, ma non ho saputo resistere.

Enjoy (i hope)

alan ha detto...

tranquillo, il primo post era effettivamente breve. nota: penso sarebbe meglio strutturare i post (== paragrafi), dando titoli autonomi a fianco alla numerazione (tipo cap.par: titolo). a breve vedrò di continuare il racconto.. che caso che tu abbia scelto un druido..

Matteo Piovanelli ha detto...

proprio un caso, già...

per quanto riguarda i titoli autonomi, non ne sono per nulla capace, temo.

Jager_Master ha detto...

mi sembra bello. meglio del primo post e sicuramente si presta a diverse strade. la parola ad alan, ora...

Matteo Piovanelli ha detto...

Tu barf ci devi ancora il tuo apporto

Jager_Master ha detto...

se non ci sono problemi allora io mi accollo ufficialmente "conrad cap. 3". tempo di lavoro almeno una settimana. e non so quante righe. si vedrà.