I consigli di una gallina - Capitolo sei: l’affare ‘della mia vita’

Author: GiAn / Etichette: ,

Da qualche parte, sperduta in mezzo alle campagne esiste una fattoria...Un piccolo animaletto, decisamente bastardo, vile, arrogante e venale vive a spese altrui all’interno della fattoria, sempre indaffarato in mille lavoretti divertenti. Fulgenzio il nome, camaleonte la specie cui apparteneva. Eppure quel difettuccio...niente di grave, forse, ma a lui gli giravano, eh se gli giravano per sta storia!...cazzo piccolo, punto...e basta. Cioè, il suo ragionamento era: il camaleonte è un animale relativamente piccolo, quindi...se non erro...di conseguenza...

Tutto cominciò per caso, una sera di Marzo inoltrato. Girava voce di un pazzo omicida, un certo Mauro, correvano mitologie sulla sua presunta cammellosità ambigua. Ma a Fulgenzio che cazzo glie ne fregava? Passeggiava tranquillo, mimetizzato con la staccionata, e, si, si faceva i cazzi degli altri. Niente di male, solo un poco di sano origliare. Origlia questo, origlia quello, mica l’aveva visto il dottore, tutto impettito, appoggiato al recinto. Lo conosceva di fama – un gran piantagrane – il dottore...Aus doveva chiamarsi, se non sbagliava. Era particolare, il dottore, uno strano personaggio. Si sosteneva a fatica su di un bastone e andava in giro per la fattoria tutto il giorno a distribuire consigli e dritte agli animali.
Da qualche tempo, Fulgenzio aveva notato un espressione perennemente crucciata sul volto del dottore, e più volte si era domandato quale dilemma stesse affliggendo il poverino. Passava intere giornate a guardare Aus, che guardava Yaya, che guardava le sue sigarette consumarsi lentamente, uno sbuffo dopo l’altro.

Fulgenzio “Quellollì c’ha qualche cazzo con la gallina...” – pensava.

Aveva sbattuto contro la sua gamba, quella malata, ed il dottore aveva lanciato un grido di dolore.

Fulgenzio “Ohccazzo, me scusi, me scusi davvero, nun l’aveo vista!”
Aus “E tu chi cazzo mi rappresenteresti?”
Fulgenzio “Il mio nome è Fulgenzio, di professione spia.”
Aus “Ma...hai il cazzo decisamente malato! Guarda quanto è piccolo!”
Fulgenzio “NUN E’ PICCOLO!!! È solo che son’un camaleonte, e i camaleonti sonn’annimali piccoli, quindi...de conseguenza...”
Aus “Animali piccoli i miei coglioni, tu c’hai il cazzo piccolo, punto! Ma io ti posso aiutare...hai detto di essere una spia, giusto?””
Fulgenzio “Esatto...nu picciriddo camaleonte spia.”
Aus “Vieni nel mio studio...io e te faremo grossi affari, vedrai.”

Detto ciò si incamminarono verso lo studio del dottor Aus. Era l’edificio più ben tenuto della fattoria, ma d’altronde, lui era dottore, mica animale come gli altri!; viveva nel lusso, lui.
Entrarono. Un bello studiolo, il lettino, la scrivania, l’armadietto con i medicinali, garze, lacci, cucchiaini, siringhe, cartine, druggia (in un angolino), un topo della squadra narcotici e un paio di testicoli recisi a chissà quale orrida creatura.
Fulgenzio notò una scatoletta, seminascosta da un panno scuro, poggiata ai piedi della scrivania.

Fulgenzio “Apperò! Bellino qui, eh! Senta ma che cazzo ce stà in quella scatola, dottò?”
Aus “Hai del fiuto, mio perspicace amico...quello è l’affare della tua vita!”
Fulgenzio “Mii! L’affare della mia vita c’è?! Eccheccoss’è?”
Aus “Prima discutiamo...dunque, tu sei una spia con il cazzo piccolo...ed io un dottore che ha bisogno di un certo lavoretto...si potrebbe fare uno scambio equo, non trovi?”
Fulgenzio “Maccheccazzo stà a ddì? Nun la seguo, dottò!”
Aus “Sarò più chiaro allora...tu spierai una certa gallina per me, ed io in cambio ti aumenterò le dimensioni del – se così vogliamo chiamarlo, quel brufolo – cazzo.”
Fulgenzio “Davvero dottò? Nun me pija per il culo?...accetto, accetto!”
Aus “Vedi, caro mio, in quella scatola di cui chiedevi prima c’è l’allunga-mazza Mondialcasa, firmato da Mastrota in persona!”
Fulgenzio “A dottò!, nun me vojo allungà ‘l cazzo con na roba su cui ce stà il nome de Mastrota...me fa schifo!”
Aus “Prendere o lasciare...a te la scelta.”
Fulgenzio “Vabbé, vabbé, accetto.”

Ah, quanto è debole la volontà camaleonta. Fulgenzio accettò senza indugiare, anche se poco prima teorizzava fiero sulle conseguenze dell’essere piccoli.
I due lasciarono lo studio. Aus portò Fulgenzio verso il suo obbiettivo, Yaya la gallina saggia, spiegandogli il compito a cui doveva attendere.

Aus “Ti spiego la situazione, mio piccolo amico: quella lì è Yaya, la gallina saggia. Quella stronza se ne va in giro per la fattoria tutto il giorno e dispensare consigli a chiunque glielo chieda, fumando come una turca. Devi spiarla costantemente, scoprire il suo punto debole o coglierla in ‘fallo’. Quando l’avrai scoperto, me lo riferirai e la potrò far cacciare dalla fattoria, finalmente. Quella troia deve smettere di fare la gallina saggia, il più saggio sarò io, e tutti gli animali della fattoria mi rispetteranno e diventerò il capo! Uahuahuahuah!”
Fulgenzio –ammazza, ma sto qua se stà a pija sul serio?! - “...e in cambio de tutto ciò, dottò, me allunga la mazza?”
Aus “Certamente, sarà il mio modo per ripagarti del divertente lavoretto affidatoti.” – picio d’un camaleonte, quando Yaya sarà cacciata dalla fattoria non avrai niente in cambio, sarai anche tu succube del terrore che si instaurerà nella fattoria –
Fulgenzio “Bene dottò! se nun ce stà altro, io vado.”
Aus “Eh? cosa?...ah, si certo, certo, vai pure.”

Fulgenzio si allontanò, mimetizzandosi fra l’erba, e si avvicinò con cautela a Yaya la gallina. Ma non era il giorno buono per lui, no. Seguitò a spiarla per tre o quattro giorni, quando arrivò la sera propizia. Yaya la gallina si stava appartando e bofonchiava nervosamente qualche cosa riguardo alle sigarette. Il giorno prima, il cammello omicida era riuscito a far vietare le Camel, le sigarette preferite di Yaya, e non le era ancora passata l’incazzatura. Camminava sola nella sera fresca. L’erba era alta, non era ancora stata tagliata, e per Fulgenzio – che fortuna - divenne più facile seguirla. La gallina saggia fumava guardando l’orizzonte, immersa in chissà quali pensieri, quando si avvicinò Remo l’orso, con un’aria decisamente afflitta. Fulgenzio si fece un po’ più vicino per ascoltare cosa dicessero.

Orso "Groaaar"
Yaya "Senti...non mi rompere il cazzo...c'ho le palle girate..."
Orso "No,vabbè...è il mio verso..."
Yaya "E che cazzo vuoi che ti risponda?...Coccodè?"
Orso "..."
Yaya "Vuoi che ti sforni un uovo? Lo vuoi alla coque? VAFFANCULO!!!"
Orso "No...scusa...cioè...volevo fare due parole..."
Yaya "Fatto...ora muori"
Orso "No...ascolta per me è importante..."

La conversazione andò avanti ancora per un buon quarto d’ora, durante il quale venne fuori che Remo l’orso si sentiva gay, innamorato di Marto il cavallo.
Ma non fu questo a colpirlo, - un’orso gay, vabbé non è la fine del mondo – quanto le ultime parole di Yaya:

Yaya "Senti...sei gay...impiccati per le palle...mò torno a casa che non voglio perdermi ‘Al posto tuo’ su Raidue..."

Fulgenzio capì di avere tra le mani il materiale che Aus desiderava. Quell’orso era alquanto stupido, Fulgenzio lo sapeva, e avrebbe probabilmente preso alla lettera le parole della gallina saggia. Aspettò che Remo e Yaya lasciassero la scena e subito si fiondò a raccontare tutto al dottor Aus.
Aus, mica uno scemo, aveva gia intuito il da farsi quando ancora il camaleonte non aveva finito di raccontargli l’accaduto.

Aus “Quell’orso è un’imbecille, sicuramente andrà ad impiccarsi per le palle. Questa situazione può giocare a mio favore. Parlerò con Remo e lo convincerò con una scusa a recarsi al cimitero delle mietitrebbia, da quel posto non uscirà vivo. Poi spargerò in giro la voce che l’orso è scomparso, la porcella mi sarà utile in questo...e al momento giusto, farò cadere la colpa addosso alla gallina troia! UAHUAHUAHUAH! E’ un piano geniale! Quella puttanaccia non si tirerà indietro per cercare Remo, e perirà anch’ella nel cimitero! Ed io diventerò il signore supremo incontrastato puro sereno illibato beato senza peccato leccato riverito spalmato abbronzato lucidato decisamente bello della fattoria! UAHUAH!”
Fulgenzio – ammazza, io pensavo de esse bastardo, ma sto qua è proprio stronzo! – “A dottò, parliamo de ricompensa?”
Aus “Un momento, il tuo lavoro non è terminato. Dovrai seguire a distanza la gallina nel suo viaggio verso la morte, ed assicurarti che muoia per davvero.........”

2 commenti:

GiAn ha detto...

Dopo una lunga pausa, finalmente il sesto capitolo de "I consigli di una gallina"...il modo di parlare di Fulgenzio è cambiato, ora ha un accento meridionale che in realta è una commistione confusionale di tutto quello che avevo in mente...ho modificato la sua parlata anche nei vecchi post, ma nei capitoli di Apo è rimasta quella di prima...inutile immaginare che Apo scriverà il settimo capitolo...ola a tutti...

Apo ha detto...

hmmm. a essere sincero preferivo come parlava prima....